Il nervo pudendo è un nervo che si trova nella pelvi (la zona compresa tra la parte inferiore del tronco e le cosce) e che lungo il suo corso passa tra numerose strutture (muscoli, legamenti e ossa). È un nervo che collega i tessuti degli organi genitali esterni, il perineo e l’ano e di controllare la muscolatura del pavimento pelvico. Spesso può subire pressioni in quanto lo spazio nel quale passa è solitamente molto spesso. Questa condizione è alla base della nevralgia del pudendo, nota anche come neuropatia del pudendo o sindrome del canale di Alcock.
Tra le particolarità su cui porre immediatamente l’attenzione c’è la sottovalutazione di questa problematica che spesso è poco conosciuta e, quindi, sottodiagnostica con conseguente gestione errata responsabile di un peggioramento delle condizioni psicofisiche e della qualità della vita di chi ne soffre.
Di cosa parliamo
Propriamente la nevralgia del pudendo si manifesta con un dolore neuropatico di tipo cronico che è localizzato nella zona perineale e che può avere intensità variabile. È un dolore che aumenta quando si è in posizione seduta o si indossano capi d’abbigliamenti che stringono eccessivamente la zona pelvica. La nevralgia del pudendo può essere classificata in quattro diverse tipologie:
- Tipo 1: Intrappolamento del nervo al di sotto del muscolo piriforme, a livello della grande incisura ischiatica.
- Tipo 2: Intrappolamento del nervo tra i legamenti sacrotuberoso e sacrospinoso.
- Tipo 3: Intrappolamento del nervo nel canale di Alcock, la struttura delimitata medialmente dal margine ischiatico e lateralmente dal canale inguinale.
- Tipo 4: Intrappolamento dei rami terminali che includono il ramo rettale inferiore, il ramo perineale e il nervo sensitivo dorsale del pene o del clitoride.
Sebbene sia sottostimata, la nevralgia del pudendo è una delle forme di dolore pelvico e genitale più debilitante. I soggetti maggiormente a rischio sono coloro che hanno alterazioni morfologiche e strutturali della via nervosa, coloro che hanno subito incidenti o trami che hanno richiesto un intervento di chirurgia pelvica, coloro che per un tumore uro-ginecologico hanno effettuato cicli di radioterapia e coloro che hanno avuto un’infezione da herpes simplex. Sono a rischio anche le donne che hanno avuto un parto naturale, gli sportivi che flettono ripetutamente l’anca (ciclisti, corridori, eccetera) e i professionisti che per molto tempo trascorrono molte ore seduti (impiegati, musicisti, operai, eccetera).
Sintomi e diagnosi
Questa condizione si manifesta con dolore forte e acuto che si intensifica durante il giorno. Parallelamente si possono percepire bruciore, insensibilità, difficoltà e dolore durante la minzione, dolore dopo la defecazione, vulvodinia, incontinenza fecale e sciatalgia. Anche la sfera sessuale è fortemente condizionata con dolore durante i rapporti e dolore dopo il coito, ma anche disfunzione erettile, orgasmi notturni dolorosi ed eccitazione persistente.
A oggi non esistono test diagnostici univoci per la nevralgia del pudendo. Il medico, quindi, si basa sull’anamnesi del paziente, i sintomi che gli riferisci e procede mediante esami quali la risonanza magnetica, per escludere altre cause riconducibili ai medesimi dolori.
Come si cura la nevralgia del pudendo
L’approccio terapeutico alla nevralgia del pudendo è multidisciplinare: è infatti una condizione molto delicata e complessa che richiede il coinvolgimento di diversi specialisti. Si va dalla terapia farmacologica a base di analgesici, miorilassanti e anticonvulsivanti alle infiltrazioni di anestetici e cortisonici passando per la stimolazione del nervo pudendo, la neuromodulazione tramite radiofrequenza pulsata, le iniezioni di acido ialuronico, cellule adipose, staminali autologhe e plasma ricco di proteine e, ancora, l’intervento chirurgico nei casi più rari.
Fondamentale si rivela anche l’educazione del paziente ad adottare comportamenti e abitudini che possano ridurre i sintomi sia durante il lavoro che l’attività sportiva e quella quotidiana.
In questo senso la fisioterapia, con i trattamenti miofasciali, si rivela un’alleata preziosa sia in termini di prevenzione che cura e riabilitazione. In modo particolare grazie alla fisioterapia è possibile accedere alla kinesiterapia attiva e agli esercizi di rilassamento, contrazione e movimento dei muscoli di pube, pelvi, coccige e dell’anca. Molto importante anche la riabilitazione perineale che lavora sul pavimento pelvico in modo da rafforzarlo e consentirgli di tornare a funzionare in maniera adeguata.
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