Le fratture ossee – l’interruzione nella continuità di un osso – possono essere responsabili di diverse complicazioni. Queste possono essere immediate (come lo shock traumatico), precoci (embolia adiposa e trombosi venosa profonda) e tardive (piaghe da decubito, malattie respiratorie, eccetera); tra queste ultime rientra anche la cosiddetta pseudoartrosi, che si verifica a seguito dell’interruzione dei processi di guarigione della frattura che solitamente si verificano.
Cos’è la pseudoartrosi
Per comprendere la pseudoartrosi è necessario comprendere come si comporta l’organismo a seguito di una frattura ossea. In condizioni normali le ossa oggetto della frattura guariscono grazie alla formazione di un nuovo tessuto osseo che collegherà i pezzi danneggiati. Questo processo è condizionato da diversi fattori e può avere, anche in base all’età del paziente, tempi più o meno lunghi. Si parla di pseudoartrosi quando l’osso non riesce a guarire.
Cause e sintomi della pseudoartrosi
L’interruzione del processo di guarigione responsabile della pseudoartrosi può avvenire per diverse ragioni. Innanzitutto per l’alterazione della vascolarizzazione; questa, infatti, impedisce l’unione tra le ossa fratturate. La pseudoartrosi si può verificare anche quando il tessuto molle si trova tra le estremità delle ossa fratturate impedendo quindi il loro contatto e la relativa saldatura.
C’è poi una causa ascrivibile alla negligenza da parte del paziente (ed è la più frequente) che il più delle volte non rispettano l’indicazione di tenere a riposo la zona fratturata. Tale comportamento determina movimenti eccessivi e sforzi responsabili della mancata guarigione. Infine ci sono anche condizioni neurologiche responsabili della pseudoartrosi. Tra i fattori di rischio più importanti, invece, c’è il fumo che ritarda la formazione del callo osseo. Parallelamente bisogna considerare l’età e condizioni croniche quali l’anemia e il diabete o infezioni e carenza di proteine, calcio e vitamine.
È utile distinguere anche tra pseudoartrosi e unione ritardata. Il processo di riparazione ossea, infatti, può subire disturbi che rallentano la guarigione, ma non la impediscono, tanto che è possibile che, superato il periodo in cui ci si aspetterebbe la riparazione della fattura questa si verifichi. Ed è il caso della cosiddetta unione ritardata. Nella pseudoartrosi, invece, la guarigione non avviene a meno che non si intervenga per consentirlo.
Si ha una pseudoartrosi quando il consolidamento della frattura non avviene entro 8 mesi ed è una condizione che si può verificare sia nelle fratture operate chirurgicamente che quelle trattare ortopedicamente.
Come riconoscere una pseudoartrosi? I sintomi più comuni sono la mancanza di mobilità e il dolore (che può essere continuo o percepito solo durante il movimento o sotto sforzo), ma anche rossore e comparsa di febbre.
Cosa fare quando la frattura non si salda
Spesso si giunge alla diagnosi di pseudoartrosi quando il paziente lamenta dolore persistenze anche a distanza di diverso tempo dall’evento traumatico. Generalmente è sufficiente una radiografia per confermare la diagnosi ma può essere necessario aggiungere una risonanza magnetica e una tomografia computerizzata. Si rivela estremamente importante anche il ricorso a esami di laboratorio per accertare la presenza di eventuali patologie (come le infezioni, il diabete o l’anemia) associate all’insorgenza della pseudoartrosi.
La cura della pseudoartrosi può essere chirurgica o conservativa. Nel primo caso si interviene tramite l’applicazione di un chiodo o di un fissatore esterno o, altrimenti, di bonifica dell’osso danneggiato. Il trattamento conservativo, invece, si esegue mediante terapie strumentali come le onde d’urto focali, la magnetoterapia, i campi elettromagnetici pulsati e l’esercizio terapeutico eseguito in un centro di fisioterapia.
In caso di sospetto di pseudoartrosi o per approfondire la causa del dolore e dei disturbi che lamenti rivolgiti presso il nostro Centro. Prenota una visita specialistica per monitorare la situazione e pianificare il trattamento migliore grazie al quale definire i tempi di recupero e iniziare il percorso di guarigione.