Capita spesso di sentir parlare dell’artrosi alla spalla; è infatti una delle patologie più diffuse, specialmente nelle persone con più di 60 anni. Una vera e propria malattia degenerativa legata al consumo della cartilagine presente nella spalla con conseguente dolore, rigidità e limitazione dei movimenti.
Cause e fattori di rischio dell’artrosi alla spalla
Come anticipato quando si parla di artrosi alla spala si fa riferimento a un processo degenerativo associato all’usura della cartilagine. La spalla, l’articolazione più mobile di tutto l’organismo, è composta dalla testa omerale, dalla scapola, dalla clavicola e dallo sterno e l’azione di questi quattro elementi formano diverse articolazioni funzionali. Propriamente il fenomeno dell’artrosi è quello che interessa l’articolazione tra la scapola e la testa dell’omero, motivo per cui si parla di artrosi gleno-omerale.
Le superfici delle articolazioni sono normalmente rivestite di cartilagine in modo che il loro movimento possa avvenire senza attrito. A causa del passare degli anni e in molti soggetti anche per una certa predisposizione, avviene l’usura di questo strato protettivo. L’artrosi alla spalla può inoltre svilupparsi anche a seguito di una frattura, di una distorsione, di una lussazione della spalla, di una lesione cronica della cuffia dei rotatori o di alcune patologie reumatologiche. Per questo può capitare anche di andare incontro a fenomeni di artrosi alla spalla giovanile.
Oltre all’età e alla predisposizione genetica anche una condizione di sovrappeso e un eccessivo uso della spalla (come può avvenire negli atleti) possono essere considerati fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare una condizione di questo tipo.
Come riconoscere l’artrosi alla spalla?
Il dolore è il primo sintomo e segnale di una possibile artrosi alla spalla. Inizialmente il dolore tende a scomparire dopo i primi movimenti e questo è spesso una condizione che porta a sottovalutare quello che, invece, è un vero e proprio campanello d’allarme da non sottovalutare, soprattutto in presenza di fattori di rischio o degli altri sintomi tipici.
Oltre al dolore, infatti, l’artrosi determina una rigidità della spalla con una perdita della capacità di movimento che, altrimenti, si è in grado di esercitare. Non è raro che il dolore alla spalla si verifichi improvvisamente di notte, a seguito di un’infiammazione cronica, svegliando il soggetto affetto da artrosi. Il processo degenerativo dell’artrosi è continuo, ma lento, per cui può capitare di non accorgersi o sottovalutare questi sintomi iniziali. Anche la perdita della forza è un altro dei tipici segnali che dovrebbero suggerire il sospetto di artrosi alla spalla, così come la comparsa di un rossore o di un gonfiore in questa parte del corpo.
Come curare l’artrosi della spalla?
La conferma della diagnosi di artrosi della spalla avviene tramite test clinici ed esami obiettivi con successiva radiografia. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, in base al livello di degenerazione dell’articolazione e alla precocità della diagnosi.
Il percorso conservativo è quello finalizzato al rallentamento del processo degenerativo ed al mantenimento della funzionalità. Questo si basa prevalentemente sugli esercizi di fisioterapia per l’artrosi alla spalla, tecniche manuali, ma anche laser, tecarterapia e ultrasuoni. La fisioterapia è indispensabile e molto efficace in quanto l’artrosi è spesso associata a problemi di movimento dell’articolazione che possono essere risolti o ridotti con l’utilizzo di tecniche specifiche.
Un’alternativa, specialmente laddove la manipolazione manuale non è stata risolutiva o efficace, si può valutare il ricorso all’artroscopia, ovvero l’intervento di rimozione dei frammenti di cartilagine. È un trattamento utile per ridurre il dolore e altri sintomi, ma non può essere considerata come una soluzione definitiva.
L’intervento che prevede l’impianto di una protesi è invece il trattamento chirurgico con il quale si sostituisce l’articolazione danneggiata. Anche in questi casi la fisioterapia, con tutti i suoi esercizi mirati, è un’attività indispensabile non solo nel post operatorio, ma anche in preparazione dell’intervento. Questo, infatti, aiuta il paziente a prepararsi all’operazione chirurgica e a conoscere i movimenti e gli aspetti cui prestare attenzione. Il ciclo di fisioterapia successivo all’intervento è finalizzato non solo al recupero delle funzionalità della spalla, ma anche alla prevenzione delle varie complicanze che potrebbero insorgere a seguito di mancata o erronea attività fisica di supporto.
L’uso di antinfiammatori per l’artrosi spalla può fornire, laddove consigliata dal medico, un contributo per alleviare i sintomi più gravi, ma non può essere considerata una cura o un trattamento risolutivo.
Cosa fare in caso di artrosi?
In presenza di sintomi o segnali d’allarme il consulto con uno specialista è sempre fondamentale per inquadrare subito il fenomeno e prevenire forme più gravi, dolorose e difficili da gestire. Data la serietà della condizione è possibile, nei casi più gravi, anche richiedere e ottenere il riconoscimento dell’invalidità per l’artrosi alla spalla. Se soffri di dolori alla spalla e sospetti un’artrosi contattaci per monitorare tempestivamente la situazione e individuare la gestione migliore e più efficace.